Ancora una volta Royal Riders appare nel magazine più famoso dedicato al custom: Kustom World. Questa volta al centro dell’attenzione c’è la nostra MC Alby, un capolavoro dai riflessi ramati raccontato attraverso la storia di una grande amicizia, quella tra Alberto Gersich e Matteo Castellan.
Nella rivista italiana più celebre dedicata al custom, ecco la copertina e l’articolo completo dedicato alla nostra splendida Calavera: una creazione frutto di due anni di intenso lavoro, un vero e proprio capolavoro dai dettagli Mexican Style, sotto cui batte un cuore hi-tec. Ogni moto che creiamo ha una lunga storia da raccontare e la Cavalera rappresenta bene questa nostra filosofia: un percorso che inizia con un concetto, per poi svilupparsi attraverso strade fatte di ispirazioni e idee che si incontrano e si mixano per creare un vero e proprio viaggio, ancor prima di poggiare le ruote sull’asfalto.
ESTRATTO DELL’ARTICOLO
Mc Cycles esplora lo stile chicano, ma sotto pelle blu inchiostro c’è un cuore hi-tech.
Mexican Style vi stuzzica il palato? No, non intendo al ristorante, ma sulle due ruote. Se amate viaggiare con il culo basso e le braccia al cielo, vi piacciono i colori sgargianti e quel look da “Dia de los muertos”, la prima cosa che dovete fare è procurarvi un qualsiasi modello Softail di Harley – Davidson. Sappiate poi che lo stile Chicano affonda le sue origini negli anni ’40 in New Mexico e si rifà a quel mix di culture che da sempre caratterizza gli stati più a Sud degli USA, al confine appunto con il Messico. I “chicanos” erano gli immigrati messicani che cercavano lavoro come braccianti agricoli nelle vaste piantagioni statunitensi e la più celebre delle correnti underground che hanno costituito resta senza dubbio quella delle Lowrider, sfavillanti auto americane dai colori sgargianti e dotate di mostruosi impianti ad aria in grado letteralmente di rimbalzare fino a sollevarsi da terra come cavallo imbizzarriti. Prendendo spunto dal motto “Low and Slow”, tutti i veicoli che fanno propria la filosofia Lowrider sono tanto bassi quanto lenti. O meglio, vanno guidati lentamente, per farsi ammirare il più possibile. I “Caballeros” a cavallo delle Lowrider su due ruote, gergalmente chiamate (appunto) “Chicano”, fanno poi della verniciatura il primo biglietto da visita per rappresentare il proprio personalissimo stile.
Ma la Calavera di MC Cycles va ben oltre il semplice tributo estetico a questa sottocultura del Custom. A dirla tutta, si tratta della coronazione di 2 anni di lavoro ed è una sorta di “prototipo funzionante” per una futura serie di accessori universali. Sotto le vesti messicane c’è la vera anima di questo progetto, basato su una tecnologia avanzatissima di cui tutti abbiamo almeno un esempio in tasca: lo smartphone.
Niente più chiave per disattivare l’allarme o permettere l’accensione. Basterà avere il proprio telefono in tasca, come nelle più moderne vetture a 4 ruote. Ma il “pacchetto” non finisce qui, perché sullo smartphone ci sarà un App dedicata alla Special in grado di gestire al meglio l’impianto Air Ride. Con un semplice “tap” sullo schermo sarà possibile scegliere una posizione preimpostata degli ammortizzatori, alzare/abbassare il cavalletto centrale e, più in generale, garantire sempre un perfetto funzionamento dell’intero sistema. Se normalmente per appoggiare a terra una modo dotata di impianto ad aria andiamo a scaricare interamente l’impianto, grazie a questo controller verrà mantenuta una pressione ideale al suo interno, ma comunque sufficiente a raggiungere il “piano terra”. Ultima chicca di questo gioiellino tecnologico è la completa personalizzazione dell’App: si adatterà alla moto, con nome, colori e richiami vari per un perfetto abbinamento estetico.
Da un punto di vista prettamente meccanico, la Calavera si basa su una Fat Boy Centenario del 2003, su cui è installata una nuova carrozzeria in stile “Dresser”. Componenti aftermarket modificati si mescolano a parti realizzate da zero, come il cupolino Nacelle con faro da 5 ¾. El Pitor Vato’s ha poi steso la splendida e certosina livrea “Calavera” che viaggia sui toni del blu e argento, utilizzando un’infinità di tecniche diverse.